Come utilizzare il nostro olio

L’olio di oliva (bello sarebbe se non fosse necessario aggiungere la parola extravergine, perché in realtà è sua peculiarità naturale) è onnipresente in cucina. Cotto, fritto e crudo. Dalla pasta ai dolci. A novembre sulle arance tagliate a fette di un piccolo albero davanti a casa, con il miele o, se possibile, con il tartufo bianco. A primavera e in estate gli spaghetti con le erbe selvatiche del campo (finocchio, calendula, nipitella, timo, asparagi). A settembre i fagioli di Sorana, che, caldi, sono forse uno dei migliori “termometri” per sentire il profumo dell’olio e verificarne la qualità.
L’olio viene spedito in bottiglie in vetro pesante verde scuro a totale protezione dei raggi UV, ed è conservato in fusti di acciaio, a temperatura controllata e senza contatto con l’ossigeno.

 

“Ho trascorso gran parte della mia adolescenza in questa campagna, con la famiglia riunita nel fine settimana, a osservare e aiutare.
Così ho imparato dai miei genitori e dalla natura a dare valore alle cose e a lavorare per raggiungere gli obiettivi.
Ci dedichiamo agli olivi durante tutto l’anno, perché c’è sempre da fare e ci ritagliamo ancora oggi tutto il tempo libero per questo.

Cerchiamo di sfruttare le giornate al massimo per tenere sotto controllo la vegetazione che ci tiene molto impegnati tutto l’anno per il suo particolare vigore. E’ importante mantenere le scadenze come la potatura, trinciatura, fresatura, concimatura, taglio della legna, per stimolare al meglio la germogliatura degli olivi a primavera e arrivare puntuali alla raccolta delle olive a ottobre. Tutto deve essere fatto nel momento giusto, senza rubare tempo all’attività successiva.
Quindi sveglia presto, colazione abbondante e nel campo, bellissimo in primavera, rigenerante d’inverno nelle fredde mattinate dal cielo azzurro intenso. Il freddo di anni fa durante la raccolta delle olive è un ricordo molto nitido.”

Un piatto tradizionale di questa parte della Toscana

Sono moltissimi, a base di carne, sughi di pomodoro, pane, vino rosso.
Tradizionale è la pasta al sugo di carne (bovina). Ognuno la fa a modo suo, ma guai a chiamarlo ragù.
Bistecca sulla brace di legna di.. olivo. Al sangue, condita solo dopo la cottura, solo con sale e olio abbondante.

 

“Il cibo è alla base del nostro benessere, in famiglia siamo buone forchette: mangiamo molto e parliamo molto di quello che mangiamo. Prediligiamo cibi semplici, alimenti base di stagione, ci piace seguire il ritmo della natura, acquistare direttamente dal produttore e cucinare quello che c’è al momento adattando ricette tradizionali a quello che offre la terra. Perché? semplicemente perché è più facile, piacevole, salutare.”

Cosa significa produrre responsabilmente ?

Vuol dire non recare danni agli altri e all’ambiente, e produrre ciò che si dichiara.
Scrivere etichette chiare e non solo rispettose delle normative ne è un segnale per il consumatore.

 

“Il nostro intento è quello di offrire un prodotto autentico, ottenuto direttamente da una vegetazione spontanea, che la mano dell’uomo deve solo preservare, senza artifici.
Il nostro obiettivo è quello di aiutarvi a trovare queste caratteristiche nel sapore e leggerle in etichetta.”